Finora le rivoluzioni industriali del mondo occidentale sono state tre:

  1. Nel 1784: la nascita della macchina a vapore consente l’introduzione dei primi strumenti meccanici di produzione;
  2. Nel 1870: l’avvento dell’elettricità, del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica ha dato il via alla produzione di massa con la comparsa delle prime catene di montaggio
  3. Nel 1970: entrano in funzione le prime macchine a controllo numerico e i sistemi elettronici di nuova generazione danno un impulso significativo ai processi di automazione
  4. Oggi: produzione industriale sempre più automatizzata ed interconnessa. L’interazione uomo-macchina grazie all’utilizzo in fabbrica dell’internet delle cose e delle nuove tecnologie digitali ci sta spingendo verso un cambiamento radicale del mercato del lavoro. E’ in atto la transizione da “forza lavoro” a “lavoro intelligente” dove gli interventi manuali si uniscono a forti capacità tecniche di analisi e diagnosi.

E’ evidente che anche l’Italia deve essere in grado di cogliere completamente i benefici di questa nuova grande rivoluzione industriale mettendo in campo iniziative a sostegno sia dello sviluppo delle aziende che fornendo ai lavoratori gli strumenti per acquisire le competenze per le mansioni del futuro.

Va ripensato non solo lo scenario tecnologico ma anche tutto il modello di organizzazione dei processi produttivi in una prospettiva adeguata ad una economia globalizzata. Non più ossessione dell’imprenditore verso stereotipi organizzativi tendenti al taglio dei costi ma implementazione di strategie di medio lungo periodo che puntino all’innovazione.
In particolare, l’utilizzo dei dati presenti in azienda che una volta raccolti vanno strutturati ed analizzati per ricavarne valore strategico e guidare in questo modo in maniera attiva l’azienda. Oggi solo l’1% dei dati viene utilizzato dalle aziende perdendo la possibilità di avere risposte concrete sullo stato dell’arte e imparare dai dati raccolti per leggere il futuro sulla base di tutti gli scenari evolutivi possibili (what if analisys).

Va superata in questo senso la difficoltà culturale presente in molte aziende di dotarsi di sistemi architetturali adeguati ai nuovi scenari dell’economia produttiva mondiale. Vanno guidate le aziende alla progettazione, ingegnerizzazione e sviluppo di processi interni per la pianificazione ed il controllo in tempo reale della produzione tramite nuovi sistemi digitali a supporto (Business Intelligence).